ORTA SAN GIULIO Ospedale civile San Bernardino e Marta - Ospedali d'Italia

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ORTA SAN GIULIO Ospedale civile San Bernardino e Marta

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Da: Aspetti dell'assistenza ospitaliera nel Borgo d'Orta e nella Riviera di San Giulio – Dott. Renato Verdina – Estratto dagli annali dell’Ospedale Maria Vittoria di Torino - 1960

Per l'assistenza ospitaliera, i Valsesiani, si segnalarono sin dal 1556: in questo anno don Giuseppe Maio, fondava il primo ospedale della valle.
In quel di Borgomanero il Conte palatino Giuseppe Maione, fonda un ospedale per i poveri del paese, nel 1590: altre analoghe opere assistenziali e benefiche sorsero pure in questo torno di tempo, nelle zone del Verbano e dell'Ossola.
Non possiamo trascurare, anche per la data di fondazione, l'ospedale delle Umiliate di Omegna, che già era in funzione intorno al 1318.
Dopo la chiusura di detto ospedale, Don Ettore Secondino Alberganti, ne fondava un altro nel 1669, che dallo stesso fu denominato Ospedale della Madonna del Popolo. L'Alberganti ci lasciò le regole secondo le quali dovevasi governare la pia istituzione dove operavano le suore del Cottolengo.
Nel Borgo d’Orta e nell'isola, erano i centri propulsori del governo locale, sotto la protezione episcopale ed è quindi naturale che in tale località, dovessero sorgere le opere di assistenza e di carità più notevoli. Dell’Ospedale ne è stato fondatore un certo Isolino Bersano, del noto casato ortese.
Il testamento, rogato B. De-Forte reca la data del 2 novembre 1602 che istituiva l'ospedale « per il ricovero dei pellegrini e dei poveri infermi».
Lo stesso veniva dotato di una casetta, situata in contrada Moccarolo e di un giardino annesso. Erano nominati reggitori «gli Ufficiali della Confraternita dei SS. Bernardino e Marta».
La casa, lasciata dal Bersano, fu tosto ritenuta insufficiente agli usi ospitalieri e perciò venne venduta all'asta con atto 9 luglio 1673 a favore di Giuseppe Tartagna, per il prezzo di lire 1500 imperiali, che furono poste a frutto per poter pagare l'affitto di altra casa e per eventuali altre spese.
Ma apriamo una breve parentesi per segnalare alcune notizie curiose intorno all'assistenza medica nel Borgo, così come appare da un documento inedito coevo quasi alla fondazione dell'ospedale. Si tratta della convenzione fatta dai Consiglieri e Reggenti della Riviera, con il Sig. Andrea Torti, cittadino pavese, eletto quale medico di tutta la Riviera con l'annua pensione di lire 600 imperiali, da pagarsi dal Tesoriere di detta Università: i patti e le condizioni sono le seguenti:
1) che per le visite che farà in Orta e nell'isola di San Giulio sia contento di ss. 5, per cadauna;
2) che per le visite da farsi nelle altre terre della Riviera sia contento di ss. 20, per ciascuna visita oltre a soldi 3 per cadauna urina che si farà portare da vedere e soldi 3 per cadauna ricetta;
3) che debba ressedere in Orta, dove quelli soli di Orta, saranno tenuti a provvedergli la casa di abitazione, tenendo il suo cavallo per andare alle terre;
4) che due volte all'anno debba visitare le spezierie della Riviera unitamente a quello o quelli che da Mons. Vescovo di Novara, sarà a ciò deputato.
Nel 1728 venne acquistato, previa autorizzazione episcopale, un altro locale nei pressi della chiesa dei SS. Bernardino e Marta.
Nel 1875 furono stampati gli statuti organici della Congregazione di Carità di Orta e dell'Ospedale dei poveri infermi, con annesso regolamento interno dell'Ospedale stesso. Tali statuti furono approvati con decreto reale, in data 5 febbraio 1874.
Frattanto l'Ospedale andava sistemandosi ed ampliandosi: il 31 marzo 1855 si provvedeva alla costruzione di una scala dal lago verso il giardino in riva al lago: nel 1854 si costruivano due camere per ricoverare i cronici, fino a quell’epoca non accolti. Intorno al 1873 si progettava la demolizione di alcuni stabili per l'ampliamento della piazza davanti all'Ospedale.
Il Podestà, avv. Galli, fece ripristinare la storica scritta “Ospedale dei SS. Bernardino e Marta”, che era stata inopportunamente sostituita con quella di  “Ospedale Civico” e curò la sistemazione di un moderno ambulatorio (agosto 1939).
Ma ci sia concessa una parentesi: vorrebbe qualcuno conoscere quale era il vitto ordinario stabilito nel Regolamento dell'Ospedale del Borgo d'Orta» (pubblicato nel 1853). L'art. 60 soddisfa ogni nostra curiosità.
Le diete erano così predisposte: Mattino, tazza di brodo; Pranzo, pantrito decagrammi 8; Sera, panata decagrammi 7.
La 2 dieta reca: Mattina, zuppa decagrammi 5 di pane; Pranzo, decagrammi 8 pane, un uovo, minestra di decagrammi 8 pasta fina; Sera, panata di decagrammi 7 di pane.
La 3 dieta: Mattina, zuppa decag. 5 di pane; Pranzo, pane decag. 9, vitello ettog. 1, vino decilitri 1, minestra come sopra.
La 4 dieta: Mattina, pane decag. 5 in zuppa; Pranzo, pane ettog. 2, mano ettag. 2, vino decilitri 2, minestra; Sera, pane ettog. 2, manzo ettog. 2, vino decilitri 2, panata.
Va poi ricordato (art. 63) che l'ammalato posto dal medico e Chirurgo in 4 dieta, doveva irremissibilmente nel quarto giorno sortire dall'ospedale.
Da quei tempi l'ospedale del vecchio Borgo, già capitale della Riviera di S. Giulio, si è andato sempre meglio attrezzando. Furono aumentati i posti letto sino a venti; fu rinnovato l'arredamento: sono stati installati servizi igienici e di acqua corrente in tutte le camere, fu anche rinnovato il riscaldamento centrale.
Si è poi venuta adeguando l'attrezzatura ambulatoriale, per una migliore determinazione diagnostica e una più adatta conseguente terapia.
Fu fra l'altro costruita una sala raggi; l'apparecchiatura fu generosamente donata dal presidente Prof. Antonio Poli, titolare di clinica ortopedica dell'Università di Milano e direttore dell'Istituto G. Pini. Così dal 1602, lungo e progressivo è stato il cammino dell'Ospedale, nato per il ricovero dei pellegrini e dei poveri infermi e allora affidato agli Ufficiali della Confraternita dei SS. Bernardino e Marta.




 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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